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31-05-2013

Didattica con gli archivi per la storia locale.
La scuola in archivio e l’archivio a scuola per raccontare storie di vita passata.
Il progetto del Sistema Bibliotecario di Dalmine, con il contributo economico della Regione Lombardia, ha coinvolto alcune scuole medie (anno scol. 2012-2013).

18-06-2012

"La banda di Sforzatica, 1922-2012" a cura di Claudio Pesenti, Valerio Cortese ed Enzo Suardi

31-10-2011

L'emigrazione in Italia e a Mozzo dai documenti dell'archivio comunale

29-10-2011
Pubblicate online le mappe napoleoniche
17-09-2011
"Dalmine: dal leone al camoscio. Storia di cinque comuni e uno stemma" a cura di Claudio Pesenti, Valerio Cortese ed Enzo Suardi
11-10-2010
relazione Giovanni Da Lezze
sui Comuni dell'area di Dalmine nel 1596, a cura di Vincenzo Marchetti e Lelio Pagani, Bergamo, 1988
 

Parrocchia di Villa d'Almè

Villa d'Almè , parrocchia dei Santi Faustino e Giovita martiri dal 1449

Regione Lombardia Beni Culturali

Parrocchia della diocesi di Bergamo. La chiesa di Villa d’Almè era anticamente cappella dipendente dalla parrocchia di Santa Maria di Almè, avendo il parroco di quest’ultima il potere di investitura del cappellano dell’oratorio (Gritti 1997). Secondo quanto riportato dal Calvi, con la consacrazione avvenuta il 18 marzo 1449 sotto la titolazione dei Santi Faustino e Giovita, la chiesa divenne parrocchia autonoma non sottoposta ad alcuna pieve ("nullius plebis") (Effemeride). Nel 1575, in occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, la parrocchia di Santa Maria di Almè, di cui la chiesa di San Faustino era in passato sussidiaria, risulta dipendente della pieve di Almenno San Salvatore, al contrario Villa d’Almè compariva tra le parrocchie della "pieve della Valle Brembana Inferiore" (Visita Borromeo 1575). All’epoca della suddetta visita, avvenuta il 19 ottobre 1575, la comunità di Villa d’Almè contava circa 450 anime. Presso la parrocchiale era istituita la scuola del Corpo di Cristo, retta da due sindaci e da un tesoriere di pubblica elezione. La medesima struttura organizzativa presiedeva anche il consorzio della Misericordia (Visita Borromeo 1575). Un manoscritto del 1577 recante la descrizione dei benefici delle chiese della diocesi (Beneficiorum ecclesiasticorum 1577) e gli atti del III Sinodo del vescovo Cornaro del 1574 (Acta synodalia bergomensis ecclesiae) attestano la parrocchia di Villa d’Almè come "nullius plebis". Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale sotto l’invocazione dei Santi Faustino e Giovita di Villa d’Almè risultava "nullius plebis". Vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori di San Rocco e di Santa Maria Elisabetta nella contrada di Bruntino. La comunità contava 653 anime, di cui 402 comunicate (Marenzi 1666-1667). In occasione della visita pastorale di Gregorio Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1659, la parrocchia di Villa d’Almè risultava compresa entro la circoscrizione ecclesiastica facente capo a Sedrina. Godeva di un beneficio pari a 50 scudi. Vi risultavano costituite le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario e l’esercizio della Dottrina cristiana. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso un consorzio della Misericordia (Montanari 1997). Con decreto in data 27 luglio 1712 del vescovo Pietro Priuli, la chiesa venne elevata alla dignità di prepositurale (Pagnoni 1992). In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin avvenuta il 20 luglio 1780, nella parrocchiale figuravano la scuola del Santissimo Sacramento presso l’altare maggiore, amministrata da quattro sindaci, tre dei quali del comune di Villa ed uno del comune di Bruntino, e la confraternita del Santissimo Rosario presso l’altare omonimo. In un oratorio contiguo alla parrocchiale era eretta la confraternita "Mortis et orationis". Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso un luogo pio della Misericordia, le cui rendite venivano amministrate per due terzi dal comune di Villa e per la restante quota dal comune di Bruntino "della stessa parrocchia". Vi esisteva l’oratorio di ragione della confraternita della morte e dell’orazione, l’oratorio di San Carlo eretto dalla nobile famiglia Dell’Olmo e governato dalla medesima nel comune di Bruntino, l’oratorio di Sant’Elisabetta eretto dalla comunità e governato da sindaci, l’oratorio di San Giacomo sito in contrada "del Foresto", l’oratorio di Sant’Antonio sito in contrada detta "Callorio", eretto dalla famiglia Baglioni e governato dalla medesima. Il clero era costituito da parroco, viceparroco e un curato (Visita Dolfin 1778-1781). Nel 1861, la parrocchia dei Santi Faustino e Giovita di Villa d’Almè risultava a capo dell’omonima XXXII vicaria. A quest’epoca la comunità contava 1516 anime, ed era retta da un parroco vicario foraneo, da un coadiutore e da tre cappellani, uno dei quali prestante servizio in Bruntino. Essa aveva alle proprie dipendenze gli oratori della Visitazione di Maria Vergine, San Giacomo maggiore apostolo, San Carlo Borromeo e l’oratorio dei morti (GDBg). La parrocchia di Villa d’Almè risulta a capo di una vicaria autonoma almeno dal 1673, come attestato dal primo decreto di nomina di vicario foraneo reperito (decreto 1 dicembre 1673). Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di Villa d’Almè si alternò a Sedrina nella dignità di "caput vicariae", almeno fino al 1822, anno in cui il parroco di Villa d’Almè acquistò stabilmente il titolo di vicario foraneo (Stati del clero 1734-1822). La parrocchia di Villa d’Almè rimase a capo dell’omonima vicaria sino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), fu aggregata alla zona pastorale XII, composta dalle parrocchie delle vicarie di Ponteranica e di Villa d’Almè (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Almenno San Salvatore - Ponteranica - Villa d’Almé (decreto 27 maggio 1979). Relazioni: smembrata da: Almè (?) matrice di: Bruntino 1943 Compresa in: nullius plebis [1449] - sec. XVII pieve della Valle Brembana Inferiore [1575] vicaria di Villa d’Almè sec. XVII - 1979 zona pastorale XII 1971 - 1979 vicariato locale di Almenno San Salvatore - Ponteranica - Villa d’Almé 1979 - [1989]


Villa d'Almè, vicariato foraneo di Villa d'Almè, sec. XVII - 1979

Regione Lombardia Beni Culturali

Circoscrizione ecclesiastica della diocesi di Bergamo, nata in seguito all'istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568 e in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale due aree della diocesi erano riconosciute "nullius plebis", ossia non dipendenti da alcuna autorità pievana. Esse erano comunque sottoposte alla giurisdizione di un vicario foraneo. Il parroco di Somendenna sovrintendeva le parrocchie originariamente dipendenti da Pontida (ossia Pontida, Somendenna, Endenna, Fontanella, Ambivere, Palazzago); dal parroco di Poscante dipendevano invece le parrocchie della Val Brembana Inferiore (ossia Sedrina, Botta, Stabello, Zogno, Villa d'Almè, San Pellegrino, Santa Croce, Spino, Poscante, Grumello de' Zanchi) (Acta synodalia bergomensis ecclesiae). Alcune delle parrocchie "nullius plebis" comprese entro queste due aree vennero a costituire la vicaria di Villa d'Almè: Villa d'Almè, Sedrina, Botta, Poscante, Grumello de' Zanchi e Stabello. La parrocchia di Villa d'Almè, censita comei "nullius plebis" fino alla metà del XVII secolo (Marenzi 1666-1667), si alternò con la parrocchia di Sedrina nel ruolo di capoluogo di vicaria tra il XVII e il XVIII secolo. Con decreto 1 dicembre 1673, il vescovo Daniele Giustiniani nominava il vicario foraneo di Villa d'Almè, Ippolito Cassiano, autorizzandone la giurisdizione sopra le parrocchie di Villa d'Almè, Botta, Grumello de' Zanchi, Endenna, Sedrina, Poscante e Stabello (Fascicoli parrocchiali, Villa d'Almè). Si tratta, fatta eccezione per la parrocchia di Stabello, della medesima circoscrizione attestata alle dipendenze del vicario di Sedrina all'epoca della visita del vescovo Barbarigo (Montanari 1997). Nel primo registro dello Stato del clero della diocesi di Bergamo redatto nell'anno 1734, la vicaria è identificato come "vicaria di Villa d'Almè ossia Sedrina" (Stati del clero 1734-1822). Nel 1784 la vicaria, avente sede a Sedrina, estendeva la propria giurisdizione anche sulle parrocchie di Endine (proveniente dalla vicaria di Sovere, ma già vicaria "in propria paroecia" nel 1801) e di Ubiale (eretta in parrocchia autonoma nel 1775). Risale al 21 agosto 1821 l'atto con cui i parroci di Endenna, Poscante, Grumello, e Stabello facevano istanza al vescovo affinchè le comunità di cui erano rettori fossero staccate dalla vicaria di Villa d'Almè e aggregate a quella di Zogno (Mangili 1984). Nel registro relativo allo Stato del clero della diocesi nel 1823, la vicaria di Villa d'Almè risultava composta dalle parrocchie di Botta, Ubiale, Sedrina, Villa d'Almè, Gerosa e Brembilla (Stati del clero 1734-1822). Queste ultime due comunità furono aggregate dopo il 1801, come dimostra un elenco, allora redatto, del clero secolare e regolare operante in diocesi di Bergamo (Elenco clero 1801). Nel 1857, la vicaria di Villa d'Almè acquisì le parrocchie di Sorisole, Ponteranica, Almè e Rosciano, stralciate dalla soppressa vicaria di Sorisole (Tomasoni 1964), come attestano gli Stati del clero relativi all'anno successivo (Stati del clero 1851-1859). Nel registro dello Stato del clero della diocesi relativo all'anno 1861, la vicaria XXXII di Villa d'Almè estendeva la propria giurisdizione sulle comunità di Almè, Botta, Ponteranica, Rosciano, Sedrina, Sorisole, Brembilla, Gerosa e Ubiale (GDB). Queste ultime tre parrocchie vennero stralciate dalla vicaria foranea di Villa d'Almè e annesse al nuovo vicariato foraneo di Brembilla, eretto nel 1906 (decreto 14 agosto 1906). Nel 1923, la vicaria di Villa d'Almè risultava costituita dalle parrocchie di Almè, Botta, Ponteranica, Rosciano, Sedrina e Sorisole (Atti Sinodo Marelli 1923). Al suddetto nucleo si aggiungeva la parrocchia di Petosino, eretta nel 1926 (decreto 14 dicembre 1926). Nel 1939, la vicaria subì un ulteriore mutamento circoscrizionale a seguito della costituzione della nuova vicaria foranea di Ponteranica, alla quale vennero assegnate le parrocchie di Petosino, Rosciano e Sorisole. La vicaria di Villa d'Almè acquisiva, per dismembramento della vicaria di Ponte San Pietro, le parrocchia di Paladina e di Sombreno (decreto 27 maggio 1939). Alla compagine territoriale si aggiunse la parrocchia di Bruntino, eretta nel 1943 (decreto 10 dicembre 1943). La parrocchia dei Santi Faustino e Giovita martiri di Villa d'Almè restò a capo della vicaria fino alle successive modifiche dell'assetto territoriale della diocesi di Bergamo. Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la diocesi veniva divisa in diciotto circoscrizioni e la vicaria di Villa d'Almè, insieme a quella di Ponteranica, entrava a far parte della zona pastorale XII, con l'eccezione della parrocchia di Sedrina, assegnata alla zona V (decreto 28 giugno 1971). A quest'epoca la vicaria di Villa d'Almè comprendeva le parrocchie di Bruntino, Almè, Botta, Paladina e Sombreno. Con l'abolizione dei vicariati foranei e l'erezione dei vicariati locali nella diocesi (decreto 27 maggio 1979), le suddette parrocchie confluirono entro il vicariato di Almenno San Salvatore - Ponteranica - Villa d'Almé.

Ultima modifica: 05/09/2005 e 3/01/2006
Compilatore: Roberta Frigeni

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